Miniere in rivolta: la Green Revolution

Oro, da sempre la forma d'investimento più sicura

Miniere in rivolta: la Green Revolution

Tesaurum prende spunto dalla bonifica della miniera di Furtei in Sardegna per informare ancora una volta sull’estrazione mineraria. La rivoluzione green delle miniere, con un monitoraggio sempre più attento da parte delle autorità preposte, impone un adeguamento radicale nell’estrazione dell’oro.

La negligenza dei produttori di oro minerario e lo scarso controllo delle autorità locali nel recente passato, dopo anni di sfruttamento dei giacimenti, ha portato a provvedimenti legali nei loro confronti. Le più grandi miniere del mondo sono obbligate dalle magistrature agli stop dell’estrazione e multe salate. E un territorio inquinato.

Bloomberg parlava già nel 2015 di una lenta contrazione della produzione di oro a partire già dal 2019.

In quest’ottica la valorizzazione dell’oro di recupero è la vera miniera d’oro.



L’ORO FISICO INDIGENO

Questi stop lasciano le popolazioni indigene senza sussistenza e un territorio depauperato dall’incuria delle imprese, le quali riversano tonnellate di rifiuti tossici nelle falde acquifere. E’ il caso di tutte le miniere del mondo. Tesaurum vuole ricordare che il mondo economico è il nostro pianeta e deve essere conservato da chiunque lo abiti per il prossimo.

Con la rivoluzione elettrica in corso inoltre, serviranno rame, nichel e oro in abbondanza per implementare i processi elettrici ed alimentare le grandi potenze. Da qualche tempo per esempio si recuperano i rifiuti elettronici, e-waste, ricchi di materie prime, con l’utilizzo di tecniche idromettallurgiche allo studio nelle università di chimica e fisica.



ISTITUZIONI E SOSTENIBILITA

Cosa stanno facendo le imprese multinazionali per andare verso il rispetto del pianeta e dei paesi dove le miniere sono situate? La gara è appena cominciata. Lobiettivo deve essere la difesa degli abitanti del pianeta: l’appello urgente di Greta non lascia scampo alle multinazionali dell’estrazione. L’estrazione mineraria è responsabile dal 4% al 7% delle emissioni globali di GHG e le aziende ritirano l’utilizzo del carbone, anche se i costi di questo divorzio sono molto alti.

Nell’articolo Principi d’investimento dell’oro al dettaglio Tesaurum, come altri siti di informazione, riporta già nel 2019, la scelta delle miniere aderenti al circuito World Gold Council le linee guida per una distribuzione di oro sostenibile. Siamo andati a chiedere “in giro” ad alcuni operatori in oro, ma non sempre le gioiellerie e le stesse fonderie si riforniscono da miniere “pulite” o addirittura sono disponibili a riferire i loro fornitori.

La distribuzione avviene attraverso il recupero di gioielli di oro. Le grandi istituzioni (come la banche) hanno l’esclusività dei lingotti e le barre. Sono proprio queste ultime che detengono grosse quantità di oro che vengono direttamente dai siti governativi di estrazione, chiusi al “pubblico”, perchè di interesse nazionale e quindi “messe in sicurezza”. Abbiamo già scritto della Barrick Gold e Newmont Corp in Canada e la AngloGold Ashanti da poco controllante del Sud-Africa.



LO STOP MINERARIO E L’OPEC

Lo stop delle miniere contribuisce anche ad un rallentamento della produzione di petrolio. Lo “scudo” siglato tra Russia, Iraq e Arabia Saudita nel luglio 2021 ha messo al riparo la produzione per qualche decennio. E poi c’è la questione afgana.

L’attenzione oggi è rivolta ai paesi emergenti che potrebbero imporre una chiusura delle miniere a fronte di introiti esteri sempre più sottili. I BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) potrebbero decidere Nuove Alleanze per ridurre lo strapotere di USA, GB ed Europa nella corsa alle risorse.


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