Rischio crollo?
Il prezzo dell’oro è arrivato a 115 euro al grammo, 130 dollari americani, a 100 sterline ed infine a 625.000 yen giapponesi.
La foto qui in basso tratta dal Sole, non lascia dubbi. I livelli di crescita sono vertiginosi, in un solo anno l’oro è cresciuto del 50%, questo livello è impressionante se pensiamo che ci ha impiegato 10 anni per passare da 30 a 60 euro al grammo, traguardo raggiunto nel dicembre 2024. La seconda foto rileva (linea blu) il “sentiment” per l’investimento in oro sia fisico che finanziario. Tra paure ed entusiasmi, si sta tornando a livelli del 2012 quando l’oro poi crollò portandosi dietro gli effetti della crisi finanziaria di Lehmann Bros.
La percezione della moneta americana come forte degli Anni Ottanta non è più tale e neppure come negli primi anni del 2000, quando si cominciò a capire che il ruolo degli Stati Uniti, gendarmi mondiali della cultura atlantico-occidentale, produceva costi e sprechi difficilmente recuperabili. I Brics hanno superato gli indugi e vanno dritti dritti verso un nuovo equilibrio internazionale, che rispetti le risorse, le popolazioni indigene, le materie prime e l’ambiente socio-economico che riproduce ogni anno la vita dell’Occidente maturo ed industrializzato.
LA NUOVA ERA
La novità? Il mattone non è più un porto sicuro, la nuova ideologia wok trionfa per ora e il “non possederai niente e sarai felice” del WEF, diventa volatilità e certezza allo stesso momento. Scendendo il costo opportunità aumenta la propensione ad investire sul sicuro e quindi in oro, immobili e altre immobilizzazioni, anche se, in una situazione come quella odierna, non è sinonimo di una diversificazione che rassicura per via della volatilità in aumento.
L’idea di scommettere contro il crollo del sistema sta diventando realtà, insieme ad un massiccio investimento in oro da parte delle Banche Centrali che raccolgono fino all’ultimo centesimo per generare un nuovo sistema digitale senza denaro contante. Fantafinanza? Dopo la fantapolitica direi che potrei essere una nuova strategia di difesa e sviluppo dei Paesi Occidentali per continuare a resistere.
Il rischio, quindi l’opportunità, si trasferisce nei Paesi detti Brics che hanno un’economia in crescita e attirano capitali esteri. Così hanno guardato gli Americani per un ventennio alla Cina a partire da Clinton e Jiang Zemin. Risparmia ed investi nei mercati in crescita. Diversificazione. Una parte la metto a frutto (e l’oro è cresciuto del 40% in un anno) e il restante lo investo in mercati in crescita, mentre ho le spalle più che coperte dalle immobilizzazioni.
IL RUOLO DELLE BANCHE CENTRALI
Le Banche Centrali hanno un ruolo fondamentale nella corsa all’oro. Contrariamente a quanto si pensa la liberalizzazione dell’oro fisico è stato un modo per approvvigionare in primis le banche. Con la legge 7/2000, gli Stati hanno voluto affrancarsi dalla posizione stabile dell’oro distribuendo ai privati la possibilità di comprare con un sostanziale aumento della Domanda.
L’oro è una materia prima che si estrae talvolta con costi notevoli, si trasporta ed infine si deposita. L’oro immobilizzato ha un costo detto interesse. I titoli che rappresentano quella materia prima, aumentano il rischio finanziario di copertura della banca stessa ormai lo sancisce il Basilea 3 del 2021 e questo genera un aumento di prezzo sul mercato di Londra. Attraverso questo stratagemma, è facile aumentare la speculazione e quindi il rischio di crollo del prezzo. Che poi è quello che avviene con tutti i beni immobili, vedi il prezzo delle case nel 2008.
Nel 2012 il prezzo dell’oro toccò i 70 dollari al grammo, in parte per l’inflazione americana con svalutazione quasi del 40%, in parte proprio per questa crisi di Offerta, il meccanismo sopra descritto, che ne alzò il rischio finanziario. Oggi sta accadendo una cosa simile, visti i grafici di cui sopra. La maggiore propensione all’acquisto di beni rifugio, sempre meno accessibili, porta ad una nuova corsa all’oro, visti i rischi internazionali che si affacciano all’orizzonte e l’inflazione galoppante che la FED cerca di contenere vista l’inflazione in crescita.
CHI COLLASSERA’ PER PRIMO?
Se teniamo conto poi che il sistema rischia di collassare per via dell’eccessivo debito, ecco che il cocktail è fatto e risulta essere un nuovo boom come nel 2012, dove però a questo punto probabilmente saranno i privati investitori di oro finanziario a collassare per primi. Ci vediamo prima del collasso? Ricordo un vecchio episodio dei Cesaroni una battuta: “Me chiamaveno Collasso, perché dove vado, io nun’ ce ripasso…“
Luca Clemente



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