Il rally russo-kazako-cinese e il nuovo oro-dine mondiale

Oro, da sempre la forma d'investimento più sicura

Il rally russo-kazako-cinese e il nuovo oro-dine mondiale

Da dove inizia la corsa agli acquisti delle banche centrali? Prima del 1971 gli Stati Nazionali usavano come unità di riferimento le Riserve Auree con la funzione di equilibrare la carta moneta con la ricchezza reale. L’oro era il sole e la carta moneta i pianeti. Dopo 50 anni si torna all’equilibrio dell’oro?

Il mondo economico e sociale, cerca ancora il nuovo equilibrio. Il Fondo Monetario Internazionale incrementa dal 2009 le riserve in oro fisico in lingotti da 400 oz (lingotti istituzionali). Dagli Accordi di Parigi, dopo i precedenti di Kyoto, i G20 progettano un’economia internazionale attenta alle risorse del Pianeta. Entro pochi anni, sarà difficile sostenere uno sfruttamento intensivo delle materie prime.


Quali sono i maggiori produttori di oro?

Non solo i lingotti istituzionali, ma anche l’oro, argento e platino per la lavorazione industriale, tornano di moda. Sono materiali stategici che avranno un ruolo focale nella rivoluzione economica e sociale che stiamo vivendo.

Inutile negare che fungono da beni reali, ossia beni che hanno un valore di necessità: come l’acqua, le montagne e l’aria che respiriamo, insomma, un valore patrimoniale. Un terreno intriso di minerali preziosi, non lo venderò certo ad un prezzo di mero terreno da costruzione o coltivazione di cereali. Costituisce una vera ricchezza. Quella che, nell’era del Debito, solo i metalli preziosi sembrano rappresentare.



Le più grandi miniere del mondo sono in mano agli USA, Canada e Gran Bretagna

I giacimenti spesso si trovano anche in zone di confine. Con il Sudamerica e l’Africa controllati dagli anglo-americani, i russi liberali cercano nuove vie all’interno dell’Asia, dove si sta sviluppando un nuovo grande interesse per l’oro, complice il suo potere stabilizzante. La distribuzione delle risorse amplia gli orizzonti dei paesi emergenti. Ma è anche oggetto di speculazione pericolosa. Ne è un chiaro indizio l’albergo d’oro di Hanoi in Vietnam, un albergo tutto d’oro di 50 milioni di dollari, ma assolutamente inutile per la popolazione autoctona.

Lo sfruttamento delle risorse alla velocità della luce fa aumentare i costi di estrazione.

La strada tra Kazakistan e Pakistan è un crocevia importante per far passare il lingotto dall’Asia ai paesi est-europei all’ombra dei dazi americani. Primatista delle miniere mondiali che riforniscono la Regina, l’Europa e loro stessi, gli USA non vogliono mollare la joint con i paesi asiatici. Con Barrick, Newmont e Gold mining a far da padroni, le “terre di mezzo” contengono i rapporti con la Cina, ad ovest di essa, dove è miope l’occhio lungo della diplomazia americana.



La paura della svalutazione monetaria.


Un nuovo dilemma per i G20, che vuole rivalutare gli scambi internazionali, è la perdita di potere di acquisto del dollaro a vantaggio dello yuan per ragioni geopolitiche. Trovano quindi nei lingotti, una difesa dall’inflazione che minaccia l’equilibrio monetario ed economico internazionale. E’ un problema di tenuta come usano dire gli statisti. E il Fondo Monetario Internazionale non è più all’altezza del gioco, con i suoi 75 anni di Old economy costruita da Kissinger prima e Greenspan dopo. Da Il Sole 24 ore.



Questa spirale sta sfuggendo di mano e bisogna tornare ad un valore di riferimento reale come dicevamo poc’anzi. L’oro delle banche centrali funge da regolatore insieme ad un PIL, scarso in un prossimo futuro, di recessione economica. Ecco perchè gli Stati continuano a “ristrutturare” le proprie Riserve Auree, tendenzialmente in crescita dal 2016 ad oggi e tolgono all’industria ed al commercio introiti preziosi.

Ma il monopolio dell’oro è ancora saldamente in mano alle imprese estrattive a partecipazione governativa, che ne gestiscono il commercio secondo rigide regole di sfruttamento. Oggi le banche d’affari sfruttano le oscillazioni di prezzo dell’oro senza dare importanza al suo valore patrimoniale. Dagli USA al Sud Africa fino alla Nuova Guinea, all’oro tocca regolare i rapporti che determinano l’equilibrio internazionale, come il petrolio lo è stato negli anni Sessanta e Settanta di questo secolo, tra il Medio Oriente ed il resto del mondo.



L’oro della banca d’Italia serve a garantire nel tempo i debiti contratti con la Banca Centrale Europea e il commercio internazionale. I debiti sono facili da contrarre ma difficili da restituire. L’oro funge da garanzia per l’equilibrio finanzario. Così stabilisce l’accordo di Basilea. Ma di questo ne parleremo nelle prossime Pillole.

…..to be continued…..


Luca Clemente