Euro-Dollaro. Una nuova Guerra Fredda.

Oro, da sempre la forma d'investimento più sicura

Euro-Dollaro. Una nuova Guerra Fredda.

Lingotti d'oro

Qualche mese fa, e precisamente a NOVEMBRE 2020, ho scritto che molti paesi asiatici (a cominciare da Russia e Cina) scambiavano dollari americani per ORO IN LINGOTTI per mettersi in pari coi debiti internazionali. Le Riserve Auree limitano gli effetti della svalutazione del dollaro americano. Ma andiamo per gradi.

Oggi incombe la battaglia Euro-Dollaro. Il neonato Euro è fragile rispetto ad un Dollaro autonomo nella corsa al business asiatico. In questo contesto si inserisce, come riportano tanti giornali economici e non solo, lo scontro Draghi/Banca Centrale Europea, che punta ad aumentare il debito italiano e l’inflazione. Il prezzo in Euro dell’oro fisico dovrebbe aumentare, dal terzo trimestre del 2021 fino alla fine di questa crisi pre e post Covid-19 per effetto della svalutazione.

La ricerca internazionale di beni rifugio implica che gli Stati Uniti possono finanziare il proprio deficit più facilmente, senza dover accettare un alto rischio di svalutazione”, spiega Michael Blümke, gestore finanziario tedesco.


Dollars - In Gold we trust

Ciò manterrà bassi i costi di finanziamento sia per il settore pubblico sia per quello privato. L’euro è una valuta troppo forte per alcuni Paesi e troppo debole per altri.” continua Blümke. Lo stesso gestore di fondi ci dice che l‘inflazione è un falso problema. Un dollaro forte è la radice della nuova Guerra Fredda.

Così un recente articolo del Financial Lounge che analizza la situazione dei mercati internazionali ormai da molti anni. Secondo questa testata l’effetto Draghi stabilizza la finanza bancaria italiana: lo squilibrio tra Debito e PIL viene supportato dalla ripresa economica. Ma qualcuno sembra non crederci alla BCE: i rischi inflazionistici superano i benefici economici di una ripresa. Il rapporto Deficit/PIL al capolinea in Europa?


RAPPORTO EURO/DOLLARO MIGLIORE RISPETTO AL 2008


Negli USA invece, si pensa che oggi la qualità del credito sia superiore rispetto a quella del periodo precedente alla crisi finanziaria del 2008. Cioè che i rischi legati all’insolvenza del debito delle società non fa così paura. I Titoli di Stato Americani sono più sicuri proprio perchè hanno la capacità di stampare dollari, creare liquidità, attraverso la FED.

Gli esperti di J.P.Morgan Asset Management (protagonisti della crisi 2008) prevedono che “nel corso dell’anno i tassi d’insolvenza aumenteranno a circa l’8% nel mercato statunitense e circa il 6% in quello europeo. Quindi non è aumentata la sicurezza, ma è diminuita la paura dell’inflazione. L’aumento dei prezzi sarà accettato, da molti, come un fatto scontato, come l’insolvenza. Parola d’ordine: la persuasione cardine della vecchia Guerra Fredda.


NEW DELHI, INDIA - MARCH 24: Warren Buffett, Chairman of Berkshire Hathway and Trustee of Bill and Melinda Gates Foundation during the press conference at the Hotel Oberoi on March 24, 2011 in New Delhi, India. (Photo by Ankit Agrawal/Mint via Getty Images)

L’ORO come bene rifugio per gli Stati Nazionali

Lo stesso Warren Buffet  magnate della finanza, teme che il mondo sia vicino ad un periodo peggiore della Guerra Fredda, che si svilupperà a suon di boicottaggi internazionali, dove solo chi ha oro avrà possibilità di salvaguardare i suoi averi. Ma soltanto se è fisico! I titoli legati al prezzo dell’oro potrebbero partecipare all’insolvenza del mercato finanziario.

Il mercato dei titoli di Stato è consigliato dalle banche di tutto il mondo per chi non vuole rischiare in Borsa. Vengono emessi dallo Stato per finanziare la spesa pubblica. Il grosso rischio è l’insolvenza degli Stati troppo indebitati, che dovranno pagare questi titoli non più garantiti dallo Stato stesso a partire dal 1 gennaio 2016. Clausole di contrattazione collettiva (C.A.C.)



Dopo il 2008 e la cartolarizzazione dei debiti, è lapalissiano che lo Stato partecipa alle perdite della Borsa e fa pagare ai contribuenti (americani nel caso Lehmann) italiani, gli sfaceli delle aziende private italiane. Inoltre, le banche sono S.p.A. e come tali, aziende private a partecipazione statale,. Se falliscono pagano tutti perchè sono di “interesse nazionale”.

La legge europea del 2014/59/UE parla chiaro

i cittadini partecipano ai dissesti bancari. E non è detto che la legge sul fondo interbancariO garantisca i contI correnti fino a 100 mila euro. La direttiva divenuta legge dal 1 gennaio 2016 parla al condizionale e sancisce che, in caso fallimento della banca, “non dovrebbero essere toccati i depositi sotto i 100 mila euro, e neanche quelli sotto i 30 mila” NON DOVREBBERO…..



In conclusione, la tesi internazionale è quella di un crisi maggiormente gestibile visto il tirocinio degli anni passati. Per quanto riguarda l’Italia, il problema è strutturale. Difficile stare a galla quando il gommone è già partito bucato. La politica dei ristori tentenna e l’Europa non sembra intenzionata a dare credito ad un Paese che ha circa 1500 miliardi di risparmi fermi sui conti correnti. La stangata sembra essere vicina.

Non rimane che attendere e difendere i propri risparmi (e la propria vita direi!) con le unghie e con i denti. Alla prochain…..

Luca Clemente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *