Devils & Dust – Torna il Gold Standard?

Oro, da sempre la forma d'investimento più sicura

Devils & Dust – Torna il Gold Standard?

Dalla lezione del Prof. Auriti, comprendiamo come la vera ricchezza dovrebbe essere sancita dalla sovranità costituzionale della moneta. Oggi però, le banche, che speculano fin dai tempi dell’uscita dal Gold Standard e dallo SME degli accordi post-bellici di Bretton Woods, continuano ad agganciare la liquidità circolante al valore del PIL mondiale.

Dopo aver creato moneta per 55 volte in più rispetto a quel valore e aver disseminato sperequazione e suicidi, il mondo delle banche, vuole tornare ad un sistema aureo che ristabilisca il rapporto reale tra valute globali e oro fisico depositato nei caveau delle banche. Abbiamo estratto uno spezzone da un ottimo servizio giornalistico che contestualizza l’inflazione, in una situazione geopolitica che trasforma l’economia mondiale attraverso il ricatto e la guerra.

Si trova comunque il video intero de La casa del Sole che ci fornisce un ampia sintesi del progetto di ritorno al gold standard, sicuri che capirete il nostro intento di spiegare che la situazione geopolitica ci porta a sostenere la centralità del bene oggi più che mai rifugio per le economie mondiali.



LA NUOVA NORMALITA’ DELL’ORO

Come detto negli articoli precedenti, il deposito di oro dei templari fu il primo passo verso la nascita della nota di banca (o Banconota) concessa ai commercianti per l’acquisto di merci. La garanzia del deposito permetteva quindi agli orafi di guadagnare lauti interessi dai depositi che custodivano (Usurocrazia svelata – C.Massaro).

Oggi puntiamo sull’acquisto di oro fisico da investimento per conservare la ricchezza che abbiamo accumulato nell’arco del tempo. Un articolo del sole 24 ore scrisse nel 2019 che giacciono 1500 miliardi sui conti correnti italiani. Un risparmio innocuo ma “inutilmente” conservato che blocca gli investimenti e il consumo.

COSA CAMBIA NEL 2022

La garanzia depositi e prestiti continuerà a vigilare su queste ricchezze di 100 mila euro per ogni correntista? O forse la Banca d’Italia, che è una SPA a partecipazione statale di minoranza, deciderà attraverso Banca Intesa, la speculazione di Unicredit, Generali e Cassa di Risparmio di Bologna e INPS, se salvare o meno i conti correnti degli italiani?



Ecco cosa cambia nella gestione di Bankitalia. Unicredit, una banca che è appena stata acquisita da JpMorgan, diventa il caposaldo della Banca d’italia, un mezzo per introdurre decisioni di finanza internazionale in modo più “snello”. Ecco che un altro pezzo di sovranità viene ridotta per gli interessi finanziari delle multinazionali. Ovviamente con i soldi dei contribuenti visto che abbiamo tra questi partecipanti anche l’INPS e l’Inail.



LA VERA RICCHEZZA

La ricchezza vera del bene reale che rappresenta l’oro, come tutte le materie prime, viene relegata a mera speculazione, dietro la limitazione delle scorte per gli esseri umani che ne hanno bisogno, con la scusa della green revolution. Viene negata la possibilità di accedere alle risorse ai piccoli per subire le scelte dei grandi che ci porteranno alla “salvezza”.

Per l’80% del suo fabbisogno di 4000 tonnellate annue, l’oro viene utilizzato dalla gioielleria e dall’industria hi-tech. Un 20% di oro, invece, viene immobilizzato per esigenze finanziarie che possono variarne il prezzo in modo anche molto repentino.

I costi di un’economia di austerity saranno alti, ma sicuramente l’oro potrebbe essere un punto di riferimento sempre più stabile viste le esigenze monetarie del consumo.


Luca Clemente

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