I misteri dell’oro “fisico”

Oro, da sempre la forma d'investimento più sicura

I misteri dell’oro “fisico”

Negli ultimi 20 anni, più precisamente dal 17 gennaio del 2000, si è detto di tutto e di più sul “bene rifugio”, l’oro fisico che pochi sapevano di dover chiamare fisico per differenziarlo dal cugino finanziario. Una volta quando avanzavano dei soldi (sigh!), o si spendevano oppure si investivano in immobili, che conservano ancora oggi e danno valore al risparmio, oppure si compravano sterline, gioielli e monete che però non sono l’oro puro al 99,99%.

Questa settimana è stato segnato un nuovo record del prezzo dell’oro a quasi 60 euro al grammo, un aumento dal 2000 del 600%. In dollari, non è un vero e proprio record, ma in Euro sì: non era mai successo che l’oncia arrivasse a 1820 euro. Nel luglio 2002 era prezzato a 320 Euro all’oncia, circa 10 euro al grammo. Quando nel 2011 ci fu il boom a 2000 dollari, quotava in 1350 euro. La svalutazione del dollaro era ai massimi dopo Lehmann Bros.

Tra i vari saliscendi, i giornali economici e finanziari hanno abbozzato una serie di narrazioni indefinibili che hanno sfiorato le panzane: le Proiezioni di Borsa per esempio cercano di giustificare la volatilità dell’oro con paroloni come sell-off, vendita di quantità importanti di oro finanziario, che incide tra il 5 e il 10% sulla variazione di prezzo dell’oro. Sono le bricciole della potenza dell’oro. Nel lungo periodo non ti abbandona mai, contrariamente al resto delle commodities.



L’oro non è una semplice commodities.

E’ “IL” bene rifugio. Quando il sistema finanziario crolla, chi ha oro si salva, chi invece ha palladio, platino, caffè, banane ecc deve avere i soldi per produrre e distribuire il bene. L’oro puro in lingotti che conservano le banche nella Riserve Auree, non sono commodities, bensì regolatori del mercato delle valute e dei beni scambiati. Il sole, come diceva qualcuno, intorno al quale ruotano i pianeti.

I motivi che determinano l’aumento del prezzo dell’oro oggi risiedono principalmente nella legge della Domanda e dell’Offerta. Sappiamo da secoli che chi mette un esercito sopra una miniera, spinge tutti alla conquista. Vince il più forte che regnerà nei secoli dei secoli…amen!

Sono state estratte circa 190 mila tonnellate di oro in 5000 anni e ogni anno il fabbisogno legato alla domanda di gioielli (consumo) e di beni e servizi (prodotti) è di 2500 tonnellate che si sommano alle 1000 tonnellate acquistate dalle banche e altrettante dalla DOMANDA PRIVATA, cioè investitori in oro puro da investimento. Di questo passo sarà facile che sarà molto difficile comprare oro in un futuro non molto lontano, oppure avrà un valore di mercato al quale difficilmente si potrà accedere finanziariamente.



L’oro finanziario e le sue pecche

Intanto chiariamo che l’oro finanziario è fittizio. Se domani la banca si trova in sofferenza, deve vendere il suo oro che è stato tenuto per garanzia. Se io ho un titolo legato al prezzo dell’oro, rimarrò quindi senza una reale copertura di quel titolo e la banca potrebbe trattenermelo fino a scadenza, oppure consegnarmi il valore nominale senza interessi maturati. Questo fa di un titolo in oro un rischio alto in base al sottostante a differenza dell’oro fisico.

E’ semplice pensare che l’investitore medio vuole l’oro a casa, comodo da custodire, ma senza pensare a quei rischi banali che corre a farlo, Un chilogrammo di oro è grande come un pacchetto di sigarette. Non è difficile perderlo o farselo portar via in quelle belle notti estive a casa vuota. Per non parlare delle eredità sfumate perchè nessuno più sapeva che i soldi erano nascosti nel materasso o nel camino. L’oro finanziario è anche questo,

Mentre l’oro fisico da investimento può essere conservato nei caveau della fonderia che difficilmente avrà questi problemi. Ha un sottostante perchè è fisico. Ha un diritto di proprietà e soprattutto non conosce fallimento. L’unico rischio è che costi troppo a chi lo deve liquidare: in tal caso il possessore assume un certo tipo di potere alla faccia del Quantitative Easy!



Luca Clemente

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