Come stanno le fonderie?
Da qualche tempo le fonderie sono in difficoltà per via del continuo aumentare dei costi di gestione, estrazione e approvvigionamenti. Fino ad oggi, nella storia, sono state estratte circa 200.000 tonnellate di oro, di cui la metà negli ultimi 100 anni. Con un fabbisogno annuale di 4000 tonnellate, si è stimato che sono circa 20.000 le tonnellate ancora da estrarre per la conoscenza di giacimenti nel mondo. La Barrick Gold, canadese, ha scoperto in Pakistan, Reko Diq, un giacimento che potrebbe produrre 1200 tonnellate di oro.
Le grandi imprese distributive di oro faticano a mantenere il prezzo basso a fronte di un’estrazione che si assottiglia sempre di più per via delle tensioni nascono in alcune zone di confine, i costi di estrazione e di distribuzione. La circumnavigazione dell’africa per gli approvvigionamenti di materie prime sono un esempio, visto l’acuirsi della tensione nel Medio Oriente. Ma l’oro continua ad essere scambiato soprattutto in India ed Europa anche se ne aumenta il suo costo.
NUOVE ALLEANZE
La più prolifica fonderia del mondo, Valcambi in zona ticinese, lavora 2000 tonnellate delle 4000 circa che vengono acquistate ogni anno nel mondo. E’ di proprietà indiana, la Rajesh Exports Ltd., ed ha sede a Balerna vicino a Mendrisio, in Svizzera. I Paesi dove si estrae maggiormente, oltre alla Russia e alla Cina, negli ultimi 50 anni, sono il Sud Africa, gli Usa e l’Australia, dove gli investimenti per l’estrazione sono molto importanti.
Dal fronte estrattivo, Barrick Gold Corp, la società canadese di estrazione più grande del mondo, estrae circa 120 tonnellate di oro all’anno. Il contenimento dei costi di estrazione e la ricerca di alternative alla produzione di oro (il rame per esempio) non migliora l’aspetto patrimoniale del colosso però che fatica a mantenere il prezzo dell’oro più basso. (investing.com).
Come si vede nella prossima fotografia, la discesa repentina del valore delle azioni del colosso dal 2011 ad oggi (da 50$ a 25$), la dice lunga su come gli utili della società seguano il calo della produzione di oro ed il costo nel produrlo. Da qui la necessita di creare un cartello delle estrazioni con la Nevada Gold Corp nel 2019 che ha concluso un contratto con il Pakistan per la produzione di 250.000 once d’oro dal 2027. Wall Street Journal
Questo accordo incoraggia gli investitori all’acquisto anche dell’asset azionario della Barrick Gold Corp, non solo dell’oro e del rame che esso produce. Le riserve di oro della Barrick corrispondono a circa 2000 tonnellate. Reko Diq potrebbe essere un affare mondiale, sia per il Pakistan che per l’America.
CRESCE IL PREZZO DELL’ORO A 60 EURO AL GRAMMO
“Prima di Natale il prezzo dell’oro ha raggiunto il livello più alto in quasi tre settimane, beneficiando del calo del dollaro e dei rendimenti obbligazionari. Questa tendenza deriva dalle aspettative del mercato di un taglio aggressivo dei tassi, con proiezioni che suggeriscono un taglio della Fed a marzo e un totale di 150 punti base entro il 2024.” (fonte marketscreener)
La domanda di oro è calata nell’ultimo trimestre del 2023, è vero. Ma con il prezzo pressochè stabile a 55 euro per grammo, la domanda di oro è aumentata nell’anno appena passato e così anche il prezzo alla fine dell’anno. Le banche sono state le prime ad aver goduto di questo rialzo, visto che gli “acquisti” di gennaio del 2023 in particolar modo in Cina e Russia hanno portato ad un aumento di valore delle riserve di oro a vantaggio della svalutazione del dollaro.
INIZIO CAUTO PER IL 2024
“L’oro è stato una stella sorprendente nel 2023, in ascesa contro le probabilità di tassi di interesse in rapido aumento e di economie resilienti. Le banche centrali devono in gran parte ringraziare per la sovraperformance, ma gli elevati rischi geopolitici probabilmente hanno creato una certa reticenza da parte degli investitori a rinunciare all’oro, oltre ad essere un fattore chiave della domanda delle banche centrali.“, come cita ancora il sito del World Gold Council.
In sintesi, è probabile un rialzo del prezzo dell’oro sopra le 65 euro al grammo nell’anno. Sarà più facile un successone nella lotta alla svalutazione del dollaro, come lo fu nel 2013 quando al picco di 1900$ ha seguito un crollo a 1100 ed una rivalutazione del dollaro, cosa che non è mai successa con l’Euro: quando il picco raggiunse solo i 1350 euro (43 euro al grammo) scese solo a 1100 euro per oncia (35 euro al grammo).
Luca Clemente
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