Punta dell’est

Sulle pendici delle imponenti catene montuose del Sud Ovest cinese, soffia il vento della carica all’oro. Nonostante il prezzo abbia superato di gran lunga le aspettative per il 2023 e 2024, quest’anno l’oro sembra essere in balìa di un sistema internazionale che stenta a trovare un vero equilibrio.
USA-CINA e la guerra commerciale
La debàcle sui dazi della politica commerciale forzuta di Trump, ha portato ad ulteriori acquisti di oro da parte delle banche centrali, in particolare quelle occidentali ed asiatiche, dove si aggira ancora lo spettro della Terza Guerra mondiale, ai confini della realtà.
Come ci conferma Buillionvault: “Questo mercato toro è guidato dall’ultima ondata di investimenti in oro della Cina, oltre all’offerta in corso da parte delle banche centrali che vogliono ridurre la loro esposizione agli asset statunitensi, soprattutto al dollaro.” Edoardo Ash, Buillionvault. Il fatto che i dazi abbiano risparmiato i metalli preziosi è un ulteriore fattore di rialzo del prezzo falso, che potrebbe generare un aumento della domanda ma anche un problema per la stabilità del prezzo nel breve periodo.

“Questi afflussi verso gli Stati Uniti hanno creato notevoli tensioni nei mercati europei, spingendo i prezzi dei futures a salire ben oltre i prezzi spot a Londra. Di conseguenza, i costi di prestito e approvvigionamento dell’oro sul mercato londinese sono aumentati.” Come si può leggere sul sito di Orovilla, che ribadisce come l’esclusione dai dazi dei metalli preziosi, permette di generare un surplus in termini di acquisti di oro, argento e platino. Questo influenza i prezzi e li fa salire e scendere in base alle sensazioni del mercato.
Il mercato cinese?
A detta del World Gold Council, che cita le fonti di International Financial Statistics (IFS) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Popolare Cinese ha dichiarato di aver aggiunto 13 tonnellate alle sue riserve auree nel primo trimestre. Di conseguenza, le riserve auree dichiarate sono salite a 2.292 tonnellate entro la fine del trimestre, portando la quota di oro sulle riserve totali al 6,5%. (fonte)
Da quando sono entrati in vigore i dazi, lo Stato cinese riempie i forzieri di oro, chiude alle esposizioni amercane e alimenta il mercato dei beni. La Cina si arricchisce, ma non fa piacere al resto del mondo, se non alla Russia, che vede la minaccia economica cinese, come un freno all’espansione Americana, da secoli proiettata alla produzione di massa su larga scala nell’equilibrio internazionale.

IL BLOCCO EUROPEO
Il mercato europeo dipende da questa sovrastruttura, Come ci conferma il sito del World Gold Council, la domanda di oro del primo trimestre, la Polonia come maggior acquirente del 2024/25. principale acquirente lo scorso anno, “è stata ancora una volta in prima linea negli acquisti di oro, a un ritmo accelerato. La banca ha aggiunto ulteriori 49 tonnellate di oro durante il trimestre, rappresentando il 54% della sua domanda totale di oro dello scorso anno (90 tonnellate). Questo porta le sue riserve auree totali a 497 tonnellate (il 21% delle sue riserve totali).” World Gold Council
L’indecisone internazionale quindi scende da quando la Guerra in Ucraina è entrata in una posizione decisamente complicata: l’avanzata dei russi non lascia scampo alle forze ucraine che si ritirano. Ma questo non cambia l’incertezza del futuro economico, sia dell’Europa che del mondo in generale, dal 2019 presa in una sfida per il cambiamento.
In conclusione rimane l’indecisione internazionale sui mercati toro. Il ripristino della normalità in Europa potrebbe fissare il prezzo dell’oro intorno ai 3000 dollari per oncia, con un nuovo 10% anche quest’anno. Le attrattive verso i bond americani ed europei frenano, così torna il fascino per l’oro da investimento che regge la sua Domanda.
Luca Clemente
Immagine di copertine da Wikipedia
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